I girasoli sotto la neve
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Dopo l’inopinata aggressione alla Grecia da parte dell'Italia, propugnata dal Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano e la reazione della stessa, che mette in gravissima difficoltà il Regio Esercito, si rende necessario l’intervento vincente dell’alleato tedesco: ciò pone definitivamente fine alle velleità della guerra parallela, stabilendo la superiorità germanica e la sudditanza italiana. Nel Giugno 1941 la Germania invade l’Unione Sovietica nonostante il trattato di amicizia stipulato da Molotov e Ribbentrop nell’estate del 1939. L’inizio delle operazioni fu a vantaggio delle forze di invasione, poi la situazione si cristallizzò: Mussolini dando all’opinione pubblica un carattere ideologico a questa guerra, spinse per poter mandare in Russia un Corpo D’Armata forte di sessantamila uomini. “La partecipazione italiana fu iniziativa personale di Mussolini e di Ciano, dovuta a ragioni di prestigio ed a preoccupazioni per il futuro assetto post-bellico: il desiderio di rendere all’amico Hitler l’aiuto prestato dalle truppe tedesche in Africa Settentrionale (restituzione piuttosto formale, dato il diverso peso delle forze in campo), l’esigenza di essere presenti sul teatro della lotta antibolscevica e di partecipare ad una vittoria che si immaginava pronta e colossale, il tentativo di crearsi meriti e pegni per la determinazione delle sfere d’influenza. A questa iniziativa furono contrari Hitler ed i comandi militari italiani, che giustamente la giudicavano una dispersione di forze, ma entrambe le resistenze furono puramente formali e nel luglio 1941 fu iniziato il trasporto ferroviario del Corpo di spedizione italiano in Russia (CSIR) su tre divisioni scelte e rinforzate, al comando del gen. Messe”. |
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