Vincenzo Schiavio
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Dopo l’esordio alla Biennale di Brera nel 1914, partecipa alla Grande Guerra sull’Adamello. Tornato a Como nel ’19 stabilisce in città in via Dottesio il suo studio di pittura. Partecipa a numerose esposizioni personali e collettive: la “Mostra dei pittori ex combattenti” al Salone Broletto nel 1923, l’“Esposizione Nazionale d’Arte Moderna” nel 1927, la “Mostra di artisti comaschi a favore della Colonia Dux” nel 1929. Valente alpinista, partecipa a molte ascensioni di rilievo. Sposa Rachele Molinari. Il matrimonio gli darà una certa stabilità economica per potersi dedicare interamente alla pittura. Negli anni Trenta la sua tecnica pittorica si fa più personale. Espone al Broletto nel 1935, alla III Biennale di Brera, alla Permanente di Milano e alla Promotrice di Torino, oltre che in numerose mostre del Sindacato fascista di Belle Arti. Nonostante il suo carattere schivo e riservato, è in stretto contatto con molti artisti del tempo: Pietro Clerici, Achille Zambelli, Eligio Torno, Paolo Discacciati, Luigi Binaghi, Pierino Saibene, gli astrattisti Mario Radice e Manlio Rho. Stringe forti legami con Baldassare Longoni, Ugo Bernasconi e Carlo Fornara. Negli anni Quaranta il suo stile pittorico evolve verso un maggior realismo, anche grazie ai contatti con Donato Frisia e Arturo Tosi. Il decennio successivo si apre con varie personali e la partecipazione a importanti rassegne, quali la XXV Biennale di Venezia del 1950 e la VI Quadriennale di Roma del 1951/1952 e di nuovo la XXVII Biennale nel 1954. Il pittore si spegne il 9 settembre 1954, colpito da un male incurabile, quando la sua fama stava ormai valicando i confini comaschi.
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