Le geosinclinali
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Esperienza di “illuminazione” o avventura sapienziale che sia, sulla loro superficie illusoriamente cristallina e trasparente si può così leggere una historia sui, la storia di un soggetto inquisitore inteso a interrogarsi in maniera neutra su un qualche inconfessabile segreto, dipanando nella scrittura la propria verità nel molteplice aggregarsi di situazioni, linguistiche ed estetiche, che dal Lettore reclamano un’attenzione ai minimi dettagli dall’Autore stesso distratta e beffata nell’infinito intrattenimento della sua retorica. Come in un eterno processo di tellurica trasformazione, richiamato proprio da quel “geosinclinali” che dà il titolo all’insieme, inteso come fondo misterioso, il testo vive per condensazioni di accumuli e sedimenti destinati ad emergere quando che sia, per via di linguaggio ove tutto può dunque avvenire: per figure di suono che si irraggiano come improvvise metafore di sé, incuranti di ogni convenzione. Vincenzo Guarracino
Marco Ceriani Ha esordito, come poeta, nel 1980 pubblicando una piccola raccolta, Iscrizioni, nel “Quaderno collettivo di Poesia Uno”, Guanda. Quella apparizione a stampa costituirà la prima sinopia (cui se ne aggiungerà, nel 1987, una ulteriore: Fergana, edita da Amadeus, e che al poeta varrà il Premio Mondello Opera Prima) del suo vero libro d’avvio, Sèver, che sarà accolto nel marzo del 1995, nella collana di poesia, diretta da Giovanni Raboni per Marsilio.
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