La patina

Una patina spessa e untuosa avvolge la vita di Corrado Antonellis,

membro della giunta comunale romana negli anni

Novanta. E, come spesso succede, l’ultimo ad accorgersene

è proprio lui.

La rivelazione gli giunge proprio quando la patina comincia

a soffocarlo, e nel momento in cui tutto sembra

sgretolarsi intorno a lui – e dentro di lui – la fuga, cercare

un rifugio dove nascondersi gli sembra l’unica opzione

praticabile.

Ma la vita – come disse un vecchio saggio – è quel che

accade mentre stiamo pensando a qualcos’altro e la fuga,

per Corrado, si trasformerà in un’occasione unica di possibile

rinascita.

Se riuscirà ad afferrare al volo l’occasione o se, invece, se

la lascerà sfuggire tra le mani come le tante altre cose che gli

sono sfuggite in quegli ultimi mesi, lo scoprirete soltanto

alla fine di questo romanzo, breve ma denso.

Quel che vi colpirà, nella vicenda di Corrado Antonellis,

è il modo in cui Michele Russo riesce a trasformarla in un

dramma corale, in cui è difficile, in effetti, individuare un 

protagonista che svetti sugli altri. La storia di Corrado si

intreccia con quella dei suoi amici e della città da cui proviene

e, mentre dal passato di Corrado emergono altre gravi

questioni a complicargli l’esilio, gli amici rinsaldano il loro

legame proprio attraverso l’aiuto che si affrettano a offrirgli.

Michele Russo ci parla di valori antichi e solidi che – tuttavia – la contemporaneità 

tende a dimenticare. Paradossalmente, però proprio

quando i meccanismi divoranti della vita di oggi stanno per

sopraffarci in una tempesta che ci mette davanti alle nostre

debolezze, alle tentazioni a cui non abbiamo saputo resistere,

alle scorciatoie che abbiamo pensato di poter prendere,

a peccati altrui che ricadono su di noi, proprio in quel momento

può capitare che la solidità di quei valori si presenti

come l’unico scoglio a cui aggrapparsi.

Andrea Di Gregorio