Volo d'aliante sulle ali della Bhagavad Gita
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Poesi contemporaneaLa Bhagavad Gita compare in India nel III secoloa.C. nell’ambito del più vasto poema epico del Mahabharata, costituendo in esso un tutto autonomo in diciotto canti e narra la storia di Arjuna, guerriero della dinastia dei Pandava, che combatte contro i cento Kaurava, della dinastia generata dalla stessa sua stirpe di Santanau re di Hastinapura. Arjuna rappresenta l’anima dell’Uomo e la virtù, mentre i cento Kaurava rappresentano i vizi del Mondo; la Bhagavad Gita narra l’inevitabile e irriducibile guerra interiore tra il bene e il male. Con l’aiuto di Krishna, la divina guida dell’Esistenza, l’Uomo, che ama interrogarsi perché ha avuto in dono la Speranza di scorgere il Mistero infinito e che ha fede nell’esito della sua ricerca, combatte la battaglia interiore che lo accompagna nella vita. Il mio proposito è quello di cogliere il significato dei simboli, che è universale e che sta alla radice di ogni tradizione culturale; significato che narra la Assoluta e primordiale Verità nascosta. Verità che è unica e uguale per tutti i popoli e per tutte le religioni; religioni diverse con strade diverse per raggiungere un’unica Meta, che è appunto la Visione interiore della Verità. Avvicinarsi alla Meta, solo avvicinarsi, perché di più non si può e, tra l’altro, si rischia di bruciarsi come chi guarda a occhi nudi il Sole; questo è ciò che conta per sfiorare la comprensione profonda del senso del Cosmo e scorgere la Visione della Suprema Realtà. |
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Così, seguendo la Fortuna e il mio Cuore, mi sono
imbattuto in questo poema magico: la Bhagavad Gita; un poema che ha parole che penetrano in profondità; parole che mi hanno catturato, perché in esse sono nascoste le chiavi per avvicinarsi ai Misteri di un Mondo sconosciuto e misterioso, incomprensibile alla ragione umana e al suo razionale linguaggio. Immerso nella lettura della Bhagavad Gita, strada facendo, mi sono reso conto che non stavo solo leggendo un canto dietro l’altro, ma che, inconsapevolmente, stavo seguendo un percorso che gradualmente trasformava non solo i miei pensieri, ma anche il mio modo di vedere il mondo e la natura attorno a me, il mio modo di essere e di comportarmi: avevo tra le mani un libro miracoloso e, d’altra parte, non ero certo il primo a rendermene conto. Pierluigi Monchiero |
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