Verde borghese
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Certo, anche nelle epoche in cui la borghesia non esisteva ancora – nella polis greca, nell’età feudale, ai tempi delle monarchie assolute – questa connessione tra economia, potere e morale era presente e significativa, ma si può dire davvero che sia stata la borghesia ad appropriarsene. Forse perché è stata la prima classe sociale i cui membri sono arrivati al potere con i propri mezzi e non per nascita. Forse perché è la prima classe sociale davvero ampia: alla borghesia appartengono i grandi magnati della finanza e dell’informatica insieme al panettiere di paese e al maestro di scuola. Questo romanzo di Pietro Limentani, con la sua trama coinvolgente, ci parla proprio dei valori – il primato della famiglia, il rispetto verso la tradizione, il mantenimento della parola data, la sacralità del matrimonio (sacralità laica, certo, ma pur sempre sacralità) – che da un lato la borghesia incarna e propugna ma che, al tempo stesso, mette in discussione e poi relega in secondo piano, quando si tratta di perseguire altri interessi. Nei salotti borghesi, dove il verde ha una sfumatura calda, avvolgente, che evoca principi solidi e rassicuranti, si consuma quindi una lotta a volte sottile, altre volte fragorosa, ma quasi sempre spietata tra valori e ambizioni dalla quale la borghesia esce quasi sempre rafforzata. Quasi sempre. (Andrea Di Gregorio) |
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